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Il fiume SILE

E’ un fiume di risorgiva che sgorga a Sile, in comune di Casarsa della Delizia, si forma in modo consistente in località Marzinis, dove è possibile assistere al silenzioso riemergere delle acque in polle attorno cui è rimasta qualcosa dell’antica vegetazione planiziale. Raggiunge quasi subito il vecchio borgo Zuccato a nord di Bannia dove alimenta l’ultima rosta del complesso segheria molino e officina, attive fino alla seconda guerra mondiale.
Poco a sud della strada che porta a S. Vito sono ancora ben conservate le ruote del molino Zatti. Di quello del Bando a Praturlone, rimane invece solo la casa del mugnaio e pochi altri segni dell’opificio.

Segheria
Ad Azzano, in località Colle, dove il fiume si biforca poiché doveva alimentare a suo tempo il molino e la trebbia della famiglia Facca, lascia sulla sua sinistra la chiesetta di S. Lucia. Ancora a sinistra, a circa duecento metri dopo il ponte sulla Provinciale, un rialzo del terreno segna quello che doveva essere il castello di Azzano di cui si parla in documenti risalenti al milleduecento e milletrecento. Sulla riva destra a Fagnigola la vecchia parrocchiale e poco prima, sulla sinistra, è ben visibile anche la chiesetta dei SS. Ermacora e Fortunato. Sparsi nel territorio circostante si trovano ancora resti romani. Il fiume raggiunge Panigai dove sorgeva l’omonimo castello, ora villa Ovio. La quattrocentesca chiesetta di S. Rosalia si trova su di una piccola altura a valle, sulla destra.
Sile
Dopo pochi chilometri la confluenza con il Fiume, in località Brische, per poi proseguire con nomi diversi (canali Postumia, Malgher, Canalon e Nicesolo), fino al mare in località Falconera a Caorle. Il Sile è immerso nel verde nella prima parte del suo percorso, fino all’altezza di via Troiat, ad Azzano Decimo, dov'era in precedenza la sede dei Barcarioi del Sil. Si possono osservare, oltre a salici, querce, ontani, faggi, pioppi, ecc. anche tappeti di ranuncoli e la canna palustre che offre ospitalità a uccelli acquatici, fra cui folaghe, gallinelle d’acqua e porciglioni.
Tife
A valle, a seguito di imprudenti lavori di canalizzazione portati a termine nei primi anni ottanta, la vegetazione stenta a ricrescere e il corso d’acqua è coperto da un’alga infestante che cresce durante l’estate in maniera abnorme per effetto della mancanza della vegetazione e per l’abbondanza di fosforo, in buona parte causato dagli scarichi urbani.